Voi chiedete, noi rispondiamo

​Rafforzare l'autostima

L’autostima non è una qualità innata. Senza il sostegno di figure di riferimento e la guida di persone che assumiamo a modelli, nessun bambino pensa spontaneamente: «Wow, sono bravissimo» oppure «Lo so fare davvero bene». Ma come si stimola l’autostima?

Un gruppo di bambini sicuri di sé in posa davanti al villaggio dei bambini SOS di Bogotá, Colombia. © Giti Carli Moen

1

Il coraggio rende vivaci

I bambini non sono fatti di vetro né tantomeno sono fatti per vivere ovattati. Se impediamo a un bambino di sperimentare nuove attività o, per esempio, di arrampicarsi sugli alberi che vede, quel bambino da adulto non avrà la fiducia necessaria a catapultarsi in esperienze nuove. È importante invece incoraggiare la curiosità, rispondere pazientemente anche a domande che
non finiscono mai e concedere di tanto in tanto spazi per le avventure.

2

​Ridere tanto e non prendere mai in giro

Ridere insieme non solo fa bene, ma favorisce anche il senso dell’umorismo e la possibilità che il bambino, tramite questo canale, stringa legami positivi con altri bambini. Si deve però ridere insieme, mai deridere i bambini, altrimenti si fa strada un senso di vergogna e incertezza che alla lunga va a intaccare fortemente l’autostima.

3

​La memoria conserva le conferme

I complimenti sono il nutrimento per lo sviluppo di una sana autostima. Ma non bastano le belle parole: conta il contenuto. La
lode deve essere espressa con sincerità, le parole devono venire dal cuore. È essenziale poi non premiare soltanto i risultati
concreti, ma portare l’attenzione anche sugli insuccessi, sulla perseveranza e sui gesti compassionevoli. I bambini imparano così che l’apprezzamento non è connesso solo con i risultati ma con il voler loro bene.

4

​Il bambino e il suo io

Indipendenza e autostima non sono la stessa cosa, ma sono strettamente correlate. Per quanto l’istinto di protezione sia sempre forte e presente, è importante talune volte lasciare che il bimbo faccia le cose come crede. Il criterio di riferimento è ormai questo: «Tutto ciò che il bambino sa fare senza aiuto, dovrebbe farlo da solo.» Anche se gli servono più tentativi. L’intervento in questi casi è appropriato soltanto se è il bambino stesso a chiederlo. La paura è una reazione normale. Anche in questo caso vale la regola: tematizzare la paura, anziché sminuirla. Si può per esempio parlare apertamente delle proprie paure e raccontare come le si affronta.

5

Lasciare che i conflitti affiorino anziché evitarli

L’autostima è un prerequisito fondamentale perché una persona abbia il coraggio di rivendicare i propri diritti, esprimere la propria opinione e – molto importante – saper dire all’occorrenza anche di no. È ricompresa in queste capacità anche quella di sopportare i conflitti e di parlare apertamente. Cedere sempre alle richieste dei bambini o ignorare ciò che dicono impedisce di sviluppare la capacità di litigare e riflettere. È importante incoraggiare una sana cultura del litigio. Le conseguenze sono positive: per esempio il bambino impara che ci si vuole bene allo stesso modo anche dopo che si è avuto uno scontro di opinioni.

Hass hat auch online keinen Platz